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GENOVA, LE STRADE NUOVE E IL SISTEMA DEI PALAZZI DEI ROLLI

icona patrimonio sito UNESCO
PATRIMONIO CULTURALE
DOSSIER UNESCO: 1211
CITTÀ DI ASSEGNAZIONE: VILNIUS, LITUANIA
ANNO DI ASSEGNAZIONE: 2006
MOTIVAZIONE: Modello universale di ingegnoso adattamento dell’architettura al territorio e alle esigenze del sistema economico e sociale, le Strade Nuove e i Palazzi dei Rolli rappresentano il primo caso nella storia europea in cui un’autorità pubblica progetta un piano urbanistico coerente, per poi associarlo a un sistema di ‘ospitalità pubblica’.

“Mi trovo ora in una bella città, una vera bella città:
Genova. Si cammina sul marmo, tutto è di marmo:
scale, balconi, palazzi. I suoi palazzi si toccano gli uni
con gli altri; passando per la strada si vedono i soffitti
patrizi tutti dipinti e dorati.”

Lettera ad Alfred Le Poittevin, 1º maggio 1845, Viaggio in Liguria, Gustave Flaubert

È intensa, tangibile in tutta la sua sfrontata vanità, quell’anima della Repubblica di Genova che, al volgere del XVI secolo, si affaccia al mondo per ostentare il suo potere. Rivive negli affreschi sovrabbondanti di celebrazioni mitologiche dei Magnifici, si riflette nei giochi di specchi che moltiplicano le profusioni d’oro delle sale, corre tra gli scaloni marmorei per poi celarsi tra i fiori di un giardino segreto: la Superba vive ancora nei Palazzi dei Rolli, icone della sua epoca d’oro, e sfila tra le Strade Nuove manifestandosi nelle facciate opulente delle dimore, per poi perdersi nei caruggi, all’ombra di quei vicoli dove si sfuma il confine fra nobile e popolare, fra sacro e profano. Come nasce il Sistema dei Rolli? È il 1576: le casate più influenti della Repubblica hanno già eretto le loro sontuose residenze sulle cosiddette Strade Nuove (Via Balbi e Via Garibaldi, spianate nel Cinquecento), ma in città manca una corte reale adeguata ad alloggiare gli ospiti illustri.

Per colmare questa carenza, il Senato dota la città di una sorta di reggia diffusa, delegando l’onere dell’accoglienza dei visitatori di stato alle famiglie proprietarie dei nuovi palazzi. A tal fine istituisce un elenco, o Rollo, degli ‘alloggiamenti pubblici’. A essere catalogati sono oltre un centinaio di palazzi, che sembrano sfidarsi a raggiungere un livello sempre più alto di sofisticatezza.

Oggi l’UNESCO ne tutela 42: l’elenco e le modalità di visita sono consultabili su www.rolliestradenuove.it.

DA NON PERDERE

“C’è una meravigliosa folla per le vie. Quando la sera esci dall’albergo, le vie sono piene di gente. Poi te ne vai tra la folla senza meta alcuna, su e giù, a zig zag, vivi con lei, ti confondi con essa psichicamente e cominci a credere che in effetti sia possibile un’unica anima universale.”

Lasciandoci ispirare dalle parole d’amore per Genova pronunciate da Dorn ne Il gabbiano di Čechov, anche noi ci immergiamo nelle vie “piene di gente”, passeggiando nelle Strade Nuove.
Google Maps
In Via Balbi ci perdiamo nei giochi di specchi della Galleria di
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Palazzo Reale, prima di accodarci agli universitari che studiano sotto le volte affrescate di
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Palazzo Balbi Senarega. Quindi proseguiamo verso Via Garibaldi, che condensa il meglio dell’architettura residenziale del tardo Rinascimento e del Barocco. La imbocchiamo da Piazza della Meridiana, dove riconosciamo facilmente
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Palazzo della Meridiana, incluso nella lista dei Rolli, per l’orologio solare dipinto sulla facciata. Nostra meta sono i Musei di Strada Nuova, un museo diffuso il cui percorso espositivo è distribuito nelle tre sedi di
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Palazzo Bianco,
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Palazzo Rosso e
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Palazzo Doria-Tursi. Le collezioni spaziano dalla pittura alla scultura, dalle arti decorative alla numismatica, e abbracciano capolavori come l’Ecce Homo di Caravaggio, l’ammiccante San Sebastiano di Guido Reni e i ritratti dipinti da Van Dyck, oltre a quadri di Rubens, Zurbarán, Mattia Preti, Veronese, Strozzi; inoltre, custodiscono curiosità e cimeli tra cui il violino Guarneri appartenuto a Paganini. A sbalordire sono però le architetture in sé, con un effetto sorpresa che culmina nel piano ammezzato di Palazzo Rosso, dove la sala della grotta e l’adiacente alcova, con la scenografica riproduzione in stucco di un drappeggio che pende sul letto, rappresentano un caso unico di ambienti privati in questi palazzi destinati all’accoglienza pubblica. Proseguiamo lungo Via Garibaldi per visitare il
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giardino segreto di Palazzo Lomellino, che si inerpica sul pendio collinare, nascosto dietro il ninfeo. Sfiliamo quindi accanto ai palazzi
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Carrega-Cataldi, del 1561, oggi sede della Camera di Commercio,
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Pallavicini-Cambiaso, dalla facciata in marmo bianco e pietra grigia del 1558, e
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Gambaro, tra i primi edifici eretti nella via, e ci congediamo dalle Strade Nuove per una deviazione panoramica e poetica: “Quando mi sarò deciso di andarci, in paradiso ci andrò con l’ascensore di Castelletto”, scriveva Caproni nella poesia L’ascensore. Anche noi ‘saliamo in paradiso’, raggiungendo in
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ascensore il
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Belvedere Montaldo. Ridiscesi in città, dopo una sosta alla
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Cattedrale di San Lorenzo, sfidiamo il labirinto della Città Vecchia alla ricerca di Piazza Pellicceria, dove si trova la nostra ultima tappa dell’itinerario dei Rolli:
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Palazzo Spinola, oggi Galleria Nazionale.

“Ride l’arcato palazzo rosso dal portico
grande: / Come le cateratte del Niagara /
Canta, ride, svaria ferrea la sinfonia feconda
urgente al mare: / Genova canta il tuo canto!”

Canti orfici, Dino Campana

Genova sembra aver riservato il privilegio di cantare le tortuosità della sua anima ai versi delle poesie e delle canzoni. Se nel 1914 il poeta Dino Campana dedica alla città l’ultimo componimento dei suoi Canti orfici, quasi a indicare che Genova è l’approdo ideale del viaggio onirico percorso nel volume, Giorgio Caproni, livornese di nascita ma genovese per scelta, in Genova di tutta la vita arriverà a dire: “Genova sono io. Sono io che sono fatto di Genova”.

La Superba ha anche dato i natali al poeta Eugenio Montale, che a Corso Dogali, dove sorge la casa della sua infanzia, ha dedicato una poesia. Tra i tanti cantautori che hanno trovato ispirazione nelle luci e ombre del centro storico figurano Luigi Tenco, Umberto Bindi, Gino Paoli, Bruno Lauzi, Ivano Fossati e naturalmente Fabrizio De André: il legame di Faber con la sua città natale si può ripercorrere tra le pagine di La Genova di De André di Giuliano Malatesta.

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PER I PIÙ GIOVANI

“GENOVA MIA CITTÀ INTERA. / GERANIO. POLVERIERA. / GENOVA DI FERRO E ARIA, / MIA LAVAGNA, ARENARIA. / GENOVA CITTÀ PULITA. / BREZZA E LUCE IN SALITA. / GENOVA VERTICALE, / VERTIGINE, ARIA, SCALE.”
attività per bambini del sito UNESCO nr. 41
Genova è una città che emoziona: come Giorgio Caproni nella poesia Litanìa, anche i viaggiatori più piccoli resteranno a bocca aperta di fronte alla sua complessità. Si può partire dall’ascensore panoramico del
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Bigo, l’avveniristica struttura progettata da Renzo Piano, una sorta di ragno in metallo con le zampe protese verso il cielo: dall’alto, sospesi nel vuoto a quota 40 m, si resta senza fiato alla vista sul centro storico e sui moli. Tornati con i piedi per terra, adulti e piccini scopriranno che il Porto Antico è a dimensione di bambino, e non solo per l’estesa passeggiata pedonale. L’area abbraccia infatti la
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Piscina Porto Antico, con una vasca destinata ai giovani nuotatori, e alcune attrazioni irresistibili per i ragazzi, come l’
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Acquario di Genova, dove migliaia di specie animali e vegetali fluttuano e nuotano in oltre 70 vasche, e la
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Città dei Bambini e dei Ragazzi, uno spazio pensato apposta per l’infanzia: qui, attraverso il gioco e la sperimentazione, si scoprono la scienza e la tecnologia. Al fondo del molo, l’
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Isola delle Chiatte è una piattaforma galleggiante dove sentirsi lupi di mare, mentre l’iconografica bolla in vetro della
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Biosfera ospita un frammento di foresta pluviale. Tra i moli è ormeggiato il
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vascello Neptune, set del film Pirati di Roman Polanski, che anticipa l’incredibile repertorio di imbarcazioni antiche, ricostruite a grandezza naturale, e strumenti nautici del
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Galata Museo del Mare. Oltre a regalare esperienze ‘immersive’ (si può salire a bordo di un sottomarino militare!), il museo include una sezione, al tempo stesso giocosa e commovente, dedicata all’epopea della migrazione italiana attraverso l’oceano verso il Nuovo Mondo. La stessa tematica è al centro del
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MEI – Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana, novità del panorama museale genovese, dove i visitatori creano il proprio passaporto e, armati di braccialetto digitale per accedere alle postazioni interattive, partono per un viaggio fatto di video, mappe, installazioni e un labirinto. Ultima tappa dell’itinerario alla scoperta della Genova di mare è l’iconica
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Lanterna, guardiana del porto da un’altezza di 117 m: veglia sulla città fin dal 1128 ed è il faro più alto del Mediterraneo. Genova è tanto legata al mare quanto alla collina e riserva la giusta dose di ‘vertigine’ per i giovani anche nell’entroterra. È quasi immancabile la gita a bordo della
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funicolare Zecca- Righi per svettare verso il
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Parco Avventura Righi, dove, imbragati in tutta sicurezza, ci si lancia come Tarzan tra gli alberi del Parco Urbano delle Mura e dei Forti. Gli animi più contemplativi possono invece sondare i misteri del cosmo nell’
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Osservatorio Astronomico del Righi.
sito UNESCO nr. 41 in Italia
CONSIGLI DI LETTURA

Suggerimenti di lettura per cogliere ‘l’anima universale’ di Genova.

  • I palazzi di Genova, Peter Paul Rubens (1622). Sopraffatto dalla meraviglia per la raffinatezza delle dimore nobiliari in cui fu invitato più volte nel biennio 1604-06, Rubens decise di mostrare all’aristocrazia di Anversa il modello abitativo tipico del Rinascimento che aveva scoperto nella Superba. Scrisse così un’“operetta”, secondo le sue stesse parole, in cui riprodusse piante e sezioni architettoniche delle residenze che più lo colpirono. Oggi il suo volume testimonia la struttura originale di 31 palazzi e quattro chiese della Genova secentesca.
  • Viaggio in Liguria, Gustave Flaubert (1845). In questa raccolta di lettere edita in Italia a cura di Giuseppe Marcenaro, il romanziere francese esprime tutta la sua fascinazione nei confronti di Genova, che faticherà ad abbandonare per proseguire il viaggio.
  • Il gabbiano, Anton Čechov (1895). Il celebre drammaturgo russo era stato in visita a Genova un anno prima di scrivere questo testo teatrale: il suo omaggio alla città è affidato alle parole del personaggio del dottor Dorn.
  • Canti orfici, Dino Campana (1914). Genova è il canto che chiude il volume: un messaggio definitivo al termine del viaggio iniziatico dell’inquieto poeta.
  • Sei stato felice, Giovanni, Giovanni Arpino (1952). Il primo romanzo di Arpino, una storia cruda che si snoda tra i caruggi e il porto, ci introduce nella Genova del dopoguerra, una città ancora decadente ma carica di energia per riscattarsi.
  • Diario del ’71 e del ’72, Eugenio Montale (1973). In questa raccolta c’è il componimento Corso Dogali, dedicato alla vivace strada in cui nel 1896 nacque il celebre autore di Ossi di seppia.
  • Genova di tutta la vita, Giorgio Caproni (1983). Di questa raccolta di poesie dedicate alla Superba, quasi un alter ego dell’autore, fanno parte L’ascensore (1948-49) e Litanìa (1956).
  • Il filo dell’orizzonte, Antonio Tabucchi (1986). Tabucchi visse e insegnò a Genova per 12 anni. Questo suo noir è ambientato in una città di mare non definita, ma nella quale si riconoscono facilmente scorci tipici del capoluogo ligure. “È andato agli ascensori che salgono fino alle colline, oltre la cornice dei palazzi che fanno da bastione alla città.”
  • La regina disadorna, Maurizio Maggiani (1998). L’Ecce Homo di Antonello da Messina, uno dei capolavori custoditi a Palazzo Spinola, compare tra le pagine di questo racconto, ambientato fra il porto di Genova e un’isola sperduta del Pacifico.
  • La Genova di De André, Giuliano Malatesta (2019). Resoconto dei 35 anni di vita a Genova del famoso cantautore italiano, tra amicizie con altri artisti e passeggiate notturne nei caruggi.
  • La fine è ignota, Bruno Morchio (2023). L’autore, dalla cui penna è nato l’investigatore privato Bacci Pagano, amato da molti lettori, affida a un nuovo personaggio, Mariolino Migliaccio, una complicatissima indagine, che lo porta dalle ombre dei caruggi alle ville più sfarzose di Genova.

Per ragazzi:

  • Genova Sinfonia della città, un corto animato di Emanuele Luzzati, Sergio Noberini, Luigi Berio (2005). Gli straordinari disegni dedicati da Luzzati alla sua città natale sono stati trasformati in fotogrammi, per dare vita a un colorato e avvincente video di 14 minuti che ci mostra le architetture verticali, i simboli e il porto di Genova.
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