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CENTRO STORICO DI SAN GIMIGNANO

icona patrimonio sito UNESCO
PATRIMONIO CULTURALE
DOSSIER UNESCO: 550
CITTÀ DI ASSEGNAZIONE: BANFF, CANADA
ANNO DI ASSEGNAZIONE: 1990
MOTIVAZIONE: Il centro storico di San Gimignano ha mantenuto un alto grado di integrità e autenticità nel corso dei secoli, offrendo ai visitatori un’esperienza ineguagliabile del periodo medievale toscano. La città conserva un notevole insieme di edifici medievali, incluse le caratteristiche torri che risalgono al periodo compreso tra il XIII e il XIV secolo; la sua architettura fornisce un’istantanea autentica della vita e della società medievale.

“[…] In un posto come questo ci si sente veramente
nel cuore delle cose, e lontano dalla pista battuta.
Affacciandomi ogni mattina ad una finestra gotica, mi
sembra impossibile che il Medioevo sia tramontato.”

Monteriano, dove gli angeli temono di mettere piede, Edward Morgan Forster

Così, più di 100 anni fa, Edward Morgan Forster, l’autore di Camera con vista, descriveva l’atmosfera di San Gimignano, che poco è cambiata nei millenni; salvo il fatto che, delle 27 torri originali, oggi ne sono rimaste 14, aggrappate tenacemente a una terra che a volte scivola da sotto i piedi delle persone e dalle fondamenta degli edifici. La definizione di ‘Manhattan del Medioevo’ è tanto pop quanto efficace, perché da un lato descrive il particolare skyline di San Gimignano, dall’altro definisce la tensione delle famiglie imprenditrici medievali a dare forma monumentale al proprio status di ricchezza e conseguente potere, in una sfida a chi si avvicinava di più al cielo. San Gimignano non era l’unica città del Trecento ornata da questi colossi in mattoni che facevano dell’altezza l’unità di misura del prestigio individuale, ma è una delle poche che sono riuscite a preservarli.

Nel 1990 è entrata nella Lista dei Siti UNESCO del Patrimonio dell’Umanità non solo per le sue torri, ma per tutto l’impianto urbanistico – le piazze, i palazzi, gli edifici privati, i pozzi – che le conferisce un aspetto in tutto e per tutto originale, continuamente monitorato e salvaguardato grazie a interventi di restauro che utilizzano un approccio filologico per tecniche e materiali. E ora un po’ di poesia, con la visione di San Gimignano da Via Vecchia per Poggibonsi, magari al tramonto: lo sguardo sarà metallo che fonde, il borgo medievale un’enorme calamita che brilla.

DA NON PERDERE

“Se un viaggiatore, entrando in San Gimignano, si chiedesse che cosa si accinge a visitare, dovrebbe provare a capire che tipo di posto questo paese ancora coronato dalle sue mura, con il suo inconfondibile profilo turrito conosciuto in tutto il mondo, tagliato in due dalla strada che un giorno si chiam Strata Francigena e fu tra le più importanti della Cristianit, incastonato in mezzo a una campagna fra le più belle d’Italia, quasi in bilico fra le terre del giglio fiorentino e quelle sulle quali sventol la balzana senese […].”

Usando San Gimignano come base per gite in giornata, si può dare ragione alle parole di Duccio Balestracci in Breve storia di San Gimignano, che invita il viaggiatore a godere delle bellezze della zona, frugando in auto nell’angolo nord-occidentale del Senese. In piena Via Francigena c’è Monteriggioni, incanto medievale da cartolina, dove fermarsi per un aperitivo o un pranzo tra le mura, ma anche Colle di Val d’Elsa, dove indugiare tra botteghe artigiane e saliscendi.
Google Maps
Chi da
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San Gimignano percorre la Via Francigena conosce bene
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Colle di Val d’Elsa, un passaggio obbligato per viaggiatori e pellegrini fin dal Medioevo, oggi noto soprattutto per i cristalli: il 95% della produzione italiana e il 14% di quella mondiale proviene da qui. Il suo centro storico è stretto tra la quattrocentesca Porta Nuova, a ovest, e il Baluardo, a est. La torre che svetta sulla terrazza è la Casa Natale di Arnolfo di Cambio, una delle archistar medievali a cui si deve gran parte dei più importanti edifici di Firenze. Nel Complesso di San Pietro è invece ospitata una variegata collezione d’arte, tra il Museo Diocesano, il Museo Civico e il Conservatorio. Dalla Val d’Elsa proseguite a sud verso
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Monteriggioni. Non si può negare che il borgo, visto da lontano, appaia come la reificazione di un sogno da bambini, con la sua cinta muraria perfettamente integra; lunga 570 m e punteggiata da 14 torri di guardia, la cerchia fu eretta nel 1213 dalla Repubblica Senese per proteggersi dalle minacce fiorentine (le mura furono poi restaurate e rinforzate fino al 1545, semidistrutte nel Seicento e ricostruite due secoli dopo). Potrete percorrere due tratti del camminamento di ronda che affacciano sulla campagna e poi visitare il Museo delle Armature, nell’ufficio turistico, con riproduzioni delle ingombranti vesti indossate dai guerrieri medievali. Nel cuore del minuscolo borgo, la Chiesa di Santa Maria dell’Assunta, coeva alla fondazione di Monteriggioni, è circondata da enoteche e ristoranti dove fare una pausa.

“… ivi presso correva un fiumicel
di vernaccia. Della migliore che
mai si bevve, senza avervi entro
gocciol d’acqua.”

Calandrino e l’elitropia, in Decameron, Giovanni Boccaccio

I 10 giovani rinchiusi in una villa di campagna per sfuggire alla peste del 1348 devono averne bevuta molta, di Vernaccia, almeno stando a quante volte è menzionata nel Decameron di Boccaccio. Non è certo facile mantenere un’identità enologica in un territorio dove già spopolano Chianti, Montepulciano e Montalcino, ma il vino bianco di San Gimignano vanta l’orgoglio di avere ottenuto per primo la DOC in Italia, oltre a essere apprezzato alle tavole di papi e re fin dal Duecento. «E poi tornare a casa e dire al cuoco: / “To’ queste cose e acconcia per dimane, e pela, taglia, assetta e metti a’ fuoco; / ed abbie fino vino e bianco pane, / ch’e’ s’apparecchia di far festa e giuoco: / fa che le tue cucine non sian vane!”» canta Folgòre da San Gimignano nel Sonetto del Sabato, suscitando nella mente dei lettori le frenetiche atmosfere dei momenti della preparazione dei pranzi di festa, quando l’odore degli arrosti riempie le strade e il fumo della carne alla brace si leva in un cielo dove saettano le rondini, che hanno i nidi negli anfratti delle torri, mentre si stappano i vini migliori.

Il Vernaccia Wine Experience, un museo-enoteca nella Rocca di Montestaffoli, organizza lezioni su vini e territori, e degustazioni con vari livelli di approfondimento.

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I siti italiani Patrimonio UNESCO si raccontano attraverso le parole di grandi scrittori che ne hanno celebrato la storia e la bellezza

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PER I PIÙ GIOVANI

“FACEVA TROPPO FREDDO PER DIPINGERE ALL’APERTO, SOPRATTUTTO IN CIMA ALLA TORRE MERLATA [...], MA NELL’ARCO DELL’ESTATE SOFIA AVEVA TERMINATO UN PAIO DI NUOVI SCHIZZI DELLA TORRE. L’AVEVA DISEGNATA TALMENTE TANTE VOLTE IN PASSATO, SEDUTA SUL MURETTO CHE CIRCONDAVA LA CISTERNA AL CENTRO DELLA PIAZZA E DALLE FINESTRE DI CASA SUA.”
attività per bambini del sito UNESCO nr. 7
Sfidatevi a scoprire tutte le torri di San Gimignano che Sofia, la protagonista di La ragazza nel giardino degli ulivi di Dinah Jefferies, ama disegnare. Sia la
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Torre Rognosa (alta 51 m, in Piazza del Duomo, riconoscibile per la loggia campanaria sormontata da una cupola rossastra) sia la
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Torre Grossa (la più alta di tutte, 54 m) sono visitabili fino in cima e regalano un panorama incredibile, con vista a volo d’uccello sulle colline senesi e naturalmente su San Gimignano e le sue torri. In Piazza Duomo c’è anche la
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Torre Chigi, che riconoscerete per i due piani in pietra e l’altezza modesta. Notate come il portone non si trovi al pian terreno, ma al primo piano: in una città dilaniata dalle faide tra clan familiari, per accedere all’edificio in tutta sicurezza veniva calata una scala. Le due torri gemelle che sovrastano Piazza delle Erbe sono le
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Torri dei Salvucci, una delle quali fu capitozzata perché superava la Torre Grossa (un decreto del 1255 frenò lo spirito competitivo dei costruttori, vietando a tutti di superare i 54 m, motivo per cui ne vedrete molte ‘tagliate’, quasi inglobate agli edifici). Sulla triangolare Piazza della Cisterna affacciano le due
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Torri degli Ardinghelli (nemici storici dei Salvucci), una dalle strette monofore, l’altra dalle aperture più ampie, con finestre ad arco; sono tra le torri dimezzate dopo il decreto. Dietro il pozzo della piazza c’è la curiosa
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Torre del Diavolo, con un alto portale, buche pontaie (aperture nel muro in cui si infilavano le travi dei ponteggi) e mensole. Sul vertice opposto vedrete invece la
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Torre dei Becci, che sovrasta l’omonimo arco, a base quadrata e con piccole feritoie in cima. La
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Torre dei Cugnanesi è poco più a sud e assomiglia a quella dei Becci nella struttura a base quadrata. Per aiutarvi a immaginare l’aspetto medievale di San Gimignano nel Medioevo, fate un salto a
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San Gimignano 1300, una ricostruzione in miniatura dell’abitato, esposta all’interno di un’ex chiesa. Per coronare la giornata, in una città che ha fatto del campanilismo e della rivalità la sua cifra stilistica, non può mancare la sfida al gelato più buono al mondo: in Piazza Cisterna vedrete infatti due locali contendersi il titolo, la
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Gelateria Dondoli e la
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Gelateria dell’Olmo. Difficile dire quale delle due proponga il migliore: sono entrambe eccezionali. Ai più piccoli l’ardua sentenza.
sito UNESCO nr. 7 in Italia
CONSIGLI DI LETTURA

Suggerimenti di lettura per scoprire la città delle torri.

  • Sonetti della “Semana”, Folgòre da San Gimignano (1308-16 circa). Poeta del filone comico realistico nato a San Gimignano, Folgòre dedica questi sonetti ai piaceri delle feste, dei tornei e della caccia.
  • Decameron, Giovanni Boccaccio (1353). Ambientato durante la peste nera del 1348, il Decameron narra di 10 giovani nobili che per sfuggire alla malattia si rifugiano in campagna, dove raccontano ognuno 10 storie per passare il tempo. Le novelle spaziano tra vari generi e temi, offrendo una vivida panoramica della società dell’epoca.
  • Monteriano, dove gli angeli temono di mettere piede, Edward Morgan Forster (1905). Philip viene spedito dalla famiglia dall’Inghilterra all’Italia per recuperare la cognata Lilia, che, rimasta vedova, ha conosciuto un italiano di nome Gino. Tutta la vicenda di amore e sofferenza tra i personaggi si svolge nel teatro della campagna toscana.
  • Viaggio in Italia, Guido Piovene (1957). Dopo aver viaggiato per tre anni nel Bel Paese, Piovene ha scritto questo reportage unico e super dettagliato, considerato un classico della letteratura di viaggio italiana. Dalle Alpi alla Sicilia, passando anche per San Gimignano, lo sguardo dell’autore è un invito alla scoperta delle nostre meraviglie.
  • Breve storia di San Gimignano, Duccio Balestracci (2007). Duccio Balestracci è docente di Storia medievale e civiltà medievali all’Università di Siena; in questo prezioso volume, racconta la storia di San Gimignano con un linguaggio molto vivace.
  • Ventitré notti. Momenti di vita tra le torri di San Gimignano, Walter Vettori (2018). Ventitré sono le notti che Vettori trascorre con suo padre, prima di perderlo. In questo romanzo l’autore ci racconta la sua vita, intrecciando le sue storie a quelle della sua famiglia, dei suoi amici e delle persone che hanno fatto la storia di San Gimignano.
  • La ragazza nel giardino degli ulivi, Dinah Jefferies (2020). Romanzo ambientato nella San Gimignano del 1944, la cui protagonista è la contessa Sofia de’ Corsi, che vive nella lussureggiante campagna toscana. All’arrivo dei nazisti, la vita della nobildonna si incrocerà con quella di Maxine, una reporter giunta in zona per documentare la guerra.
  • Il caso Novotna, Walter Vettori (2021). La tranquillità della San Gimignano del 1974 è turbata dalla scoperta del cadavere di una donna. Le indagini sono affidate al Maresciallo Lanfranchi e al magistrato Greta de Angelis, ma sarà forse un modesto netturbino a giocare un ruolo chiave nella storia.

Per ragazzi:

  • Dame, mercanti e cavalieri, Bianca Pitzorno (2011). Il labirinto letterario del Decameron rivive attraverso tutta l’immediatezza dei suoi spaccati di vita, in questa selezione delle 10 novelle preferite dall’autrice; le storie sono tradotte magistralmente nell’italiano di oggi, in un’attualizzazione intelligente e rispettosa che mantiene tutta la forza irresistibile dell’originale boccaccesco.
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